E’ molto alta
la probabilita’ che l’andamento del debito pubblico spinga nei prossimi
anni anche molte economie avanzate a dichiarare default, a tassare il
risparmio e spingere sul pedale dell’inflazione. Uno studio pubblicato
dal Fondo Monetario Internazionale, e firmato da due noti economisti di
Harvard, Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff, spazza via in questo modo le
‘illusioni’ di chi confida nella crescita economica come via d’uscita al
problema del debito pubblico.
L’ultima relazione del Fondo Monetario Internazionale sembra una profezia apocalittica sull’evoluzione del debito pubblico in tutto l’Occidente. Lo studio è stato realizzato da due famosi economisti, entrambi docenti all’Università di Harvard, Kenneth Rogoff e Carmen Reinhart, secondo cui le economie avanzate starebbero sottovalutando ampiamente la gravità della loro situazione finanziaria.
L’ultima relazione del Fondo Monetario Internazionale sembra una profezia apocalittica sull’evoluzione del debito pubblico in tutto l’Occidente. Lo studio è stato realizzato da due famosi economisti, entrambi docenti all’Università di Harvard, Kenneth Rogoff e Carmen Reinhart, secondo cui le economie avanzate starebbero sottovalutando ampiamente la gravità della loro situazione finanziaria.
Il debito
pubblico nelle economie sviluppate dell’Occidente sarebbe oggi ai
massimi degli ultimi 200 anni e lo scenario più realistico, sempre per
Rogoff-Reinhart, sarebbe quello di molteplici ristrutturazioni. Infatti,
il problema del debito non può essere risolto esclusivamente tramite la
crescita economica.
Il debito della
zona euro è pari al 95 per cento del PIL e quello degli Stati Uniti è
quasi al 110 per cento. In pratica i paesi ricchi non avrebbero
compreso, spiega il report, che la loro situazione non è dissimile da
quella delle economie emergenti, che hanno in varie occasioni
ristrutturato il debito, sotto la regia dell’FMI.
Pertanto, le
classi dirigenti politiche vorrebbero salvaguardare la credibilità dei
loro stati con politiche di austerità e confidando nella sopportazione
dei loro concittadini, con il risultato di trascinarsi dietro una
crescita debole o la recessione. Ma per i due economisti incaricati
dello studio dell’istituto di Washington, c’è una sola cosa da fare.
La soluzione è
molto semplice: repressione finanziaria. Non suona come qualcosa di
piacevole e in effetti non lo è. Si tratta di un cocktail di inflazione,
restrizioni di capitali, default e una tassazione del risparmio. Una
soluzione difficile da digerire. Anzi, una minaccia bella e buona.
Il fatto che il
FMI pochi mesi dopo aver “suggerito” di prelevare forzosamente il 10%
dei depositi di tutti i correntisti esca di nuovo con un rapporto
politico esplosivo, è un chiaro campanello d’allarme per ogni
investitore e risparmiatore. Bisogna stare attenti ai risparmi, dato che
è più che sicuro che ci sarà un prelievo, probabilmente sotto forma di
una ‘tassa di solidarietà una tantum’. La ‘percentuale teorica del 10
per cento’ calcolata dal FMI, non sembra, del resto, realistica.
Inoltre, forse, una volta toccati i risparmi non si fermeranno, anzi,
molto probabilmente prenderanno l’intero capitale, di cui i vostri
risparmi sono solo una parte. (WSI)
Le conclusioni
dello studio del Fondo Monetario Internazionale sono dirompenti. A
Washington ci sarebbe un profondo scetticismo sulle capacità di ripresa
dell’Eurozona, ma anche sulla sostenibilità dei debiti sovrani di altri
stati.
FONTE: TERRA REAL TIME
FONTE: TERRA REAL TIME
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