“Lo studio che abbiamo fatto mostra che il riscaldamento e’ fuori scala rispetto a qualsiasi variabile naturale ed e’ dovuto all’aumento dei gas serra nell’atmosfera”. Lo studio e’ il primo che mostra che le massime nell’Artico oggi superano i “picchi” di calore dell’inizio dell’Olocene, l’attuale era geologica cominciata 11.700 anni fa. Durante questo “picco”, le radiazioni solari erano del nove per cento maggiori rispetto a ora, secondo le stime dei ricercatori americani. Miller e i suoi colleghi hanno “preso al febbre” ai ghiacci dell’Artico osservando le bolle di gas intrappolate nei carotaggi della calotta che permettono di ricostruire temperature e precipitazioni del passato. Gli scienziati hanno accoppiato questi dati con la datazione al radiocarbonio di ciuffi di muschio ritrovati nei ghiacci in sciogliendo nell’isola di Baffin. L’analisi ha mostrato che queste piante erano rimaste intrappolate nel ghiaccio per almeno 44 mila anni, forse addirittura per 120 mila. Prese complessivamente queste analisi suggeriscono che le temperature della regione non sono mai state cosi’ calde da allora. L’Artico si sta riscaldando da circa un secolo ma il vero e proprio processo non e’ cominciato che negli anni Settanta, ha detto Miller: “Ed e’ realmente negli ultimi 20 anni – secondo lo scienziato – che i segnali del riscaldamento sono diventati seriamente allarmanti”.
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