TASSE SULLA CASA,IUC: COS'E' E COME FUNZIONA?
DOPO l’approvazione della Legge di Stabilità in Senato, con la comparsa della IUC, Imposta Unica Comunale,
e l’abolizione della seconda rata dell’IMU 2013 sulle prime case, si
delinea il nuovo scenario delle tasse sulla casa. Per le prime case
scompare l’IMU, mentre si dovranno pagare le componenti della nuova IUC
legate ai servizi comunali e alla raccolta dei rifiuti.
IUC, cosa è e come funziona. La nuova IUC è composta
da Imu (Imposta municipale unica), Tari (Tributo per la raccolta dei
rifiuti) e Tasi (Tassa sui servizi comunali, come ad esempio trasporti e
illuminazione).
Le prime case, a eccezione di case di lusso, ville e castelli,
rientranti nelle categorie catastali A1, A8 e A9, non pagheranno l’Imu,
ma dovranno invece corrispondere la Tari, commisurata ai metri quadri
dell’immobile o ai rifiuti prodotti, e la Tasi.
La Tasi deve essere pagata sia dal possessore sia dall’utilizzatore
dell’immobile. Ciò significa che sono chiamati all’esborso anche gli
inquilini, che verseranno però un importo oscillante tra il 10% e il 30%
del totale. Le detrazioni sulla Tasi non sono regolate sul numero dei
figli conviventi, come accadeva con l’Imu, ma sul grado di utilizzazione
dei servizi comunali. Potrà pagare meno chi soggiorna nell’abitazione
(ad esempio casa al mare) solo pochi mesi all’anno, chi risiede
all’estero per più di sei mesi o chi abita da solo.
Per il pagamento della Tasi sono previste quattro rate:
16 gennaio 16 aprile, 16 luglio e 16 ottobre. Restano invece invariate,
a giugno e dicembre, le tempistiche dell’Imu per seconde case e altri
immobili.
Abolita la seconda rata dell’IMU 2013 sulle prime case.
Il Consiglio dei Ministri riunitosi ieri pomeriggio ha approvato
l’abolizione della seconda rata dell’IMU 2013 sulle prime case non di
lusso. Dovranno invece pagare la rata di dicembre gli immobili
classificati nelle categorie A/1, A/8, A/9.
È stata decisa, inoltre, l’esenzione totale dal pagamento della seconda rata dell’IMU agricola
per i fabbricati rurali e per gli imprenditori agricoli professionali
relativamente ai terreni. Con questo provvedimento, lo Stato rinuncia a
un gettito previsto di circa 2 miliardi e 150 milioni di euro, che sarà
compensato tramite acconti e aumenti d’imposta a carico del settore
finanziario e assicurativo.
Il confronto tra Imu e Tasi. La Cgia Mestre ha fatto
una serie di proiezioni per capire se, col nuovo sistema di tasse, i
proprietari di prima casa pagheranno di più rispetto al 2012, anno
dell’entrata in vigore dell’Imu.
Nel primo scenario, la Cgia Mestre ha ipotizzato che i Comuni
destinino i 500 milioni di euro messi a disposizione dalla Legge di
Stabilità per rimodulare la Tasi su tutti i 19,7 milioni di abitazioni
principali. Se venisse messa in pratica questa decisione, per ogni
abitazione ci sarebbe uno sconto di 26 euro e la Tasi si rivelerebbe più
gravosa dell’Imu, soprattutto in presenza di figli. Ricordiamo infatti
che l’Imu prevedeva una detrazione di 200 euro più 50 euro per ogni
figlio convivente. Si tratta comunque di un’ipotesi semplicistica,
perché già oggi ogni Comune può decidere di destinare le risorse a
disposizione a favore dei nuclei familiari con redditi bassi o di usare
come criterio di valutazione il numero di figli a carico o il valore
dell’abitazione.
Nel secondo scenario ipotizzato, invece, sia l’Imu sia la Tasi danno
diritto alla detrazione di 200 euro più 50 euro per ogni figlio
convivente. In questo caso la Tasi avrebbe un peso minore dell’Imu dato
che l’aliquota Tasi può arrivare al massimo al 2,5 per mille, mentre
l’aliquota media Imu registrata nel 2012 si è attestata al 4,4 per
mille. In realtà si tratta di un’ipotesi non realistica perchè non tiene
conto del fatto che la detrazione per i figli conviventi era stata
stabilita solo per il 2012 e il 2013.
FONTE
L'Imu non è stata abolita del tutto.
Già, avete
capito bene. Purtroppo per circa 5 milioni di italiani l'Imu non è
andata per sempre in soffitta e la quota mancante è destinata a
trasformarsi in pratica in una maggiorazione sulla Tasi da versare
insieme alla prima rata del nuovo tributo che la nuova legge di
Stabilità mette in calendario per il 16 gennaio. Una sorpresina per i
contribuenti che abitano in circa i 600 Comuni italiani che quest'anno hanno aumentato le aliquote dell'Imu sulla prima casa. Nell'elenco ci sono grandi città come Milano, Napoli, Reggio Calabria, ma anche capoluoghi importanti come Verona e Brescia. Ma l'elenco potrebbe allungarsi ancora, perché c'è tempo fino al 9 dicembre per pubblicare le aliquote di quest'anno.
Spieghiamo l'inghippo che scrive un nuovo capitolo della storia
infinita della tanto odiata imposta municipale sugli immobili. Nei 2,15
miliardi di copertura annunciati ieri nel decreto emesso dal governo
dopo l'ok della Bce alla rivalutazione delle quote di BankItalia,
non ci sono i soldi per rimborsare tutti gli aumenti di aliquota decisi
dai sindaci nel 2013, risorse che rimarranno quindi in parte a carico
dei cittadini. Con il risultato, beffa, che per molti un'imposta che era
stata abolita, rischia di costare di più rispetto a quando era
pienamente in vigore.
Gli aumenti hanno fatto crescere di circa 500 milioni di euro
il conto dell'abolizione dell'Imu e che gli sforzi dei tecnici del
ministero dell'Economia, complice anche l'affannosa ricerca delle
coperture finanziarie, anche per il rientro in extremis degli immobili
agricoli nell'esenzione, non hanno avuto buon esito nel reperire le
risorse aggiuntive.
La via d'uscita che al momento si prospetta prevede una duplice
contribuzione: da una parte il chippino dello Stato, dall'altra
l'intervento dei proprietari che dovranno aprire il portafoglio,
rimpolpando il gettito di metà gennaio della Tasi. Un meccanismo (della
semi-copertura) che, così strutturato, diventa un'autentica
beffa per i 5 milioni di italiani che per cui la quota mancante dell'Imu
del 2013 è superiore al totale della tassa versata nel 2012.
FONTE
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