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lunedì 2 dicembre 2013

GEOINGEGNERIA CLANDESTINA E SPECULAZIONI.

L’economia è un crimine efferato sotto le sembianze di scienza

Viviamo nell’era dei disastri artificiali. Nel mese di novembre 2013 numerose regioni sono state flagellate da tornado indotti. Se ci immedesimiamo per un attimo nei globalizzatori, comprendiamo quali sono le molteplici finalità dei vili attacchi sferrati al pianeta e agli esseri viventi. Tralasciando gli scopi geo-politici e militari su cui ci siamo già soffermati in altri articoli, possiamo considerare le calamità provocate con le armi climatiche un’occasione ghiotta sotto il profilo squisitamente economico.


Che senso ha colpire gli Stati Uniti ora con una sequela di uragani ora con la siccità? Poco importa stabilire se la perversa idea sia stata partorita dagli stessi vertici segreti statunitensi o da un esecutivo mondiale per cui i diversi paesi sono pedine su una scacchiera. Riusciamo ad immaginare quali immensi utili si possono ricavare, speculando sui mercati finanziari, in particolare acquistando e vendendo azioni della società agro-alimentari e petrolifere? Mentre si distruggono piattaforme per l’estrazione del greggio nonché i raccolti di cereali, frutta ed ortaggi, qualcuno in borsa si arricchisce in modo vergognoso: prevedere e condizionare l’andamento dei titoli è un mezzo per realizzare profitti astronomici. Nel frattempo, i costi delle derrate salgono alle stelle e chi, nel frattempo ha fatto incetta di olio di palma, grano, riso, mais, soia, caffè, zucchero, vino etc., li rivende a prezzi esorbitanti.

Non solo, le diaboliche multinazionali che già monopolizzano gran parte dell’agricoltura nel Nord America, hanno già pronte le sementi transgeniche resistenti alla siccità o che germogliano e si sviluppano anche in un suolo contaminato dall’alluminio. La geoingegneria illegale è una gigantesca torta il cui valore è astronomico! Dopo che l’uragano Kathrina ebbe devastato la Louisiana, furono assegnati appalti milionari per la ricostruzione ad aziende legate all’entourage di Bush junior. Piatto ricco, mi ci ficco! Poi arriva l’infame F.E.M.A. che, approfittando del caos generale, inasprisce il controllo del territorio.

Come dimenticare inoltre che con le coltri chimiche ed i campi elettromagnetici si può sciogliere il pack per accedere ai giacimenti sottostanti? Dell’orso polare e del suo habitat non interessa a nessuno, in primo luogo a quei buffoni delle associazioni “ambientaliste”. 


Con la scusa dei cambiamenti climatici, attribuiti falsamente alle emissioni di biossido di carbonio in atmosfera, si introducono nuovi balzelli con cui si incrementa il gettito fiscale. Vai col liscio! Ci si è inventata la “carbon tax” per scorticare imprese e cittadini.

Che la produzione complessiva diminuisca, che la popolazione sia affamata e costretta ad usufruire di buoni-pasto statali per sopravvivere, alla feccia non importa un fico secco, anzi! I farabutti vivono nelle loro ville principesche tra lussi sibaritici, lontano dagli effetti di una crisi economica e finanziaria che essi stessi hanno creato.

Secondo la legge della domanda e dell’offerta, la penuria di merci causa un aumento dei prezzi, quindi vantaggi notevoli per gli accaparratori. Il potere poi non vede l’ora di tenere in pugno i cittadini ridotti alla miseria, obbligandoli ad elemosinare qualche briciola dallo stato-Leviatano.

Anche il violento nubifragio, scatenatosi di recente sulla Sardegna, trova la sua principale ragione nel “rischio” che il governo centrale italiano perdesse il cospicuo gettito fiscale proveniente dall’I.V.A. e dalle accise sui carburanti, vista la decisione della regione Sardegna di trasformare l’isola in una zona franca. Hit and run! Colpisci e fuggi via! Poi ti inventi i cicloni che, nella neo-meteorologia orwelliana, da fenomeno tipico dei mari tropicali, diventano la norma anche nel Mediterraneo ed il gioco è fatto.

Segui la scia… di denaro. Le armi climatiche sono anche questo: un affare lucroso che garantisce introiti esorbitanti a profittatori, usurai, compagnie aeree, multinazionali del farmaco, laboratori di “ricerca”, industrie belliche, centri universitari, disinformatori… Mentre la nave affonda, i topi ballano… sul ponte di comando.


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