Le principali riviste scientifiche distorcono il processo scientifico e rappresentano una «tirannia» che va spezzata.
Questo il giudizio del premio Nobel per la medicina 2013.
La denuncia è grave, a maggior ragione perché è la cosa che ha pensato di dire Randy Schekman al Guardian
il giorno stesso in cui ha ricevuto il premio Nobel e quindi non solo
nel momento più importante per la carriera di un ricercatore, ma anche
nel momento di massima visibilità. Ma non basta, la dichiarazione di
Schekman era stata preceduta di un paio di giorni da quella di un altro
autorevolissimo scienziato, Peter Higgs, notissimo teorizzatore del
bosone di Higgs, che sempre al Gurdian aveva denunciato il sistema delle pubblicazioni scientifiche.
Ma
se la dichiarazione di Schekman è clamorosa, altrettanto clamoroso è il
silenzio con il quale è stata inghiottita dalle testate che si occupano
di divulgazione scientifica, alcuni quotidiani le hanno almeno dedicato
il “minimo sindacale” come Il Corriere della Sera “Schekman: «Le principali riviste scientifiche danneggiano la scienza»” (poco più che un trafiletto) e l’Unità “Il Nobel Shekman: “Boicottiamo Science e Nature”,
altri hanno però vistosamente dimenticato di pubblicarla. Ma ancor più
vistosa è la “dimenticanza” da parte di soggetti che fanno della
divulgazione scientifica il loro argomento centrale, non una parola
sull’autorevole denuncia da parte delle solite testate come Le Scienze,
Oggiscienza, Query, Pikaia e perfino Focus e Ocasapiens, in genere così
attente a difendere la buona scienza scegliendosi però bersagli comodi e
banali come i creazionisti della Terra giovane o qualche stravagante di
turno.
E allora per vedere commentato in modo decente quanto
detto da Schekman dobbiamo andare su Wired, un periodico che si occupa
in genere di scienza tenendo conto delle sue implicazioni più ampie, per
leggere un articolo intitolato “Il Nobel che vuole boicottare le riviste scientifiche“, che inizia con le seguenti parole:
La scienza è a rischio: non è più affidabile perché in mano a una casta chiusa e tutt’altro che indipendente…
Le
principali riviste scientifiche internazionali – Nature, Cell e Science
– sono paragonate a tiranni: pubblicano in base all’appeal mediatico di
uno studio, piuttosto che alla sua reale rilevanza scientifica. Da
parte loro, visto il prestigio, i ricercatori sono disposti a tutto,
anche a modificare i risultati dei loro lavori, pur di ottenere una pubblicazione.
L’accusa
di “tirannia” lanciata da un neo premio Nobel dovrebbe in ogni caso
meritare la massima attenzione, ma così come si usa fare per i critici
di minore visibilità la tecnica è la stessa: ignorare per non dare
visibilità alle idee. Ma Schekman aggiunge dell’altro, qualcosa che da
sempre andiamo sostenendo:
Queste
riviste, dice lo studioso, sono capaci di cambiare il destino di un
ricercatore e di una ricerca, influenzando le scelte di governi e
istituzioni.
Ma il suo laboratorio
(all’università di Berkeley in California) le boicotterà – ha detto al
Guardian –, evitando di inviare alcun genere di ricerca.
Sfruttano
il loro prestigio, distorcono i processi scientifici e rappresentano
una tirannia che deve essere spezzata, per il bene della scienza. Almeno
così la pensa il Nobel.
La scienza con le sue dichiarazioni
è un’autorità tale da influenzare le scelte di governi e istituzioni, e
se è manipolabile da parte di chi detiene il comando delle principali
testate scientifiche è automaticamente vero che le affermazioni su temi
sensibili possono essere orientate in base alle convenienze dei governi
stessi o delle istituzioni. Le dichiarazioni di Schekman supportano
dunque indirettamente che su temi come il Global warming, la pandemia
H1N1, l’eugenetica e tutte le implicazioni della visione malthusiana
dell’evoluzione, la possibilità di orientare gli studi in un senso
“conveniente” è reale. L’episodio della dichiarazione di Schekman mostra
che però neanche per un Nobel per la medicina è facile denunciare i
problemi della scienza, figurarsi per soggetti enormemente meno
visibili. La denuncia di Schekman rappresenta però un incentivo ad
andare avanti per tutti coloro che ritengono la scienza una realtà
preziosa che deve essere difesa dalle strumentalizzazioni e da qualsiasi
tentativo di piegarne i risultati a vantaggio di interessi particolari.
TRATTO DA: ALTROGIORNALE
FONTE
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