SEMBRAVA essere una speranza per milioni di
fumatori che, senza a fare a meno dell'amato tabacco, volevano ridurre i
danni del fumo sul proprio fisico. Oggi arriva però il monito
dell'Organizzazione mondiale della sanità che ridimensiona le proprietà
delle sigarette elettroniche che in questi ultimi anni si sono affermate
sul mercato mondiale. E tornano i dubbi sulla loro non tossicità:
l'anno scorso il procuratore di Torino Raffaele Guariniello aveva aperto un fascicolo d'indagine dopo che un'analisi commissionata dal settimanale il Salvagente aveva rivelato la presenza di metalli pesanti nelle sigarette elettroniche.
Un
lungo report dell'Agenzia delle Nazioni Unite, realizzato in vista
della sesta sessione della Conferenza dei paesi membri della Convenzione
per la lotta contro il tabagismo, che avrà luogo a Mosca dal 13 al 18
ottobre prossimi, sostiene la necessità di una regolamentazione dei
dispositivi elettronici che permettono di fumare. E rilancia una serie
di misure da adottare: in primis quella di rendere minimo il contenuto e
l'emissione di sostanze tossiche e vietare le miscele con aromi alla
frutta, ai dolci e alle bevande alcoliche.
Le prove esistenti -
sostiene il report dell'Oms - dimostrano come le e-cigarette non siano
costituite da "semplice vapore acqueo" e vi sono elementi sufficienti
per mettere in guardia "bambini, adolescenti, donne in stato di
gravidanza e donne in età procreativa" sulle conseguenze a lungo termine
del consumo di sigarette elettroniche per lo "sviluppo cerebrale". Una
vera e propria "minaccia" per questi soggetti, ai quali deve essere
essere vietata la vendita.
Inoltre raccomanda di vietare l'uso
delle sigarette elettroniche nei luoghi pubblici chiusi a causa del
rischio di fumo passivo "almeno finché non venga provato che i vapori
emessi non siano pericolosi per le persone che stanno intorno". E
sollecita i paesi che hanno ratificato il patto anti-tabacco a
considerare l'introduzione di limiti su promozioni e sponsorship di
questo prodotto.
Uno studio Usa pubblicato dall'organismo sul
controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti (Cdc)
sembra confermare l'allarme dell'Oms. I giovani non fumatori sono
attirati dalle sigarette elettroniche più che da quelle tradizionali, e
quando le hanno provate sono più inclini ad accendere quelle
convenzionali.
Nel 2013 più di 263.000 ragazzi statunitensi
che non avevano mai fumato hanno sperimentato il dispositivo
elettronico, dato triplicato dal 2011, quando erano stati 79.000. E il
43,9% di quelli che l'hanno provato si dice tentato dal fumare le
tradizionali sigarette entro l'anno successivo, numero doppio rispetto a
quanti non hanno mai fumato.
L'Oms ricorda anche i dati del boom
della e-cigarette: 466 marchi nel 2014 in tutto il mondo per una cifra
spesa globalmente (dato del 2013) di 3 miliardi di dollari. Con un
potenziale aumento delle vendite del 17% da qui al 2030.
L'Organizzazione della sanità sottolinea come il mercato delle "bionde"
elettroniche sia nelle mani delle multinazionali del tabacco e sollecita
le case produttrici a evitare di sostenere ( e di scrivere sulle
confezioni) che vi siano prove scientifiche del fatto che le sigarette
elettroniche aiutino a smettere di fumare.
L'Italia, con il decreto istruzione approvato lo scorso novembre, era andata in senso contrario rispetto alle misure suggerite dall'Oms oggi, permettendone l'utilizzo nei luoghi pubblici (ad eccezione di scuole e ospedali) dopo che una precedente normativa ne aveva disposto il divieto.
FONTE ARTICOLO: LA REPUBBLICA.IT
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