la foto di un nanorobot estratto dal corpo di un americano che ha trascorso 13 anni a guardare il modo in cui il suo corpo veniva gradualmente distrutto da incomprensibili creature. |
Nanorobot
la cui dimensione è paragonabile alle dimensioni di una molecola, hanno
funzioni di movimento, elaborazione e trasmissione, esecuzione di
programmi, e in alcuni casi la possibilità di auto-replicazione.
Di questo
ne ha parlato apertamente (sulla creazione di nanorobot) lo scienziato
americano Eric Drexler Kim, che viene definito il “padre delle
nanotecnologie”. Eric Drexler parla dell’idea di creare i nanorobot ,
nel suo libro “Engines of Creation.” Qui ha presentato un ipotetico
scenario di recupero persone crioconservati.
Drexler ha
partecipato nella ricerca NASA sugli insediamenti spaziali nel 1975 e
nel 1976. Ha sviluppato pannelli solari ad alto rendimento basati sulle
nanotecnologie, nonché coinvolto attivamente nella politica spaziale.
Nel 2010,
sono stati presentati programmi e progetti che sono improntati sulla
base di utilizzo di nanorobots interfacciati con DNA in grado di
viaggiare nello spazio. E prima di allora era stata costantemente
condotta una ricerca segreta nel settore.
Per quale
motivo sono stati utilizzati i nanobot? Secondo i dati ufficiali,
possono fornire un aiuto prezioso in medicina. Si prevede che questi
robot microscopici, verranno iniettate in alcuni paziente e agire come
rete di comunicazioni wireless e altre attività su scala nanometrica.
Si
sostiene che fino ad ora non sono mai stati usati nano-robot, ovvero
nanobot testati negli esseri umani, ma negli ultimi 10-20 anni ci sono
fatti che provano che nanobot sono già nel corpo di molte persone in
tutto il mondo e a volte fuoriescono dalla pelle di una persona, oppure
distruggendo le cellule umane interne e violare tutti i sistemi vitali
del corpo.
Diversi
ricercatori volontari in questo settore, hanno confrontato le foto di
alcuni nanorobot presentati in riviste scientifiche e le fotografie di
nanobot estratti dai corpi delle persone. Le immagini sono riportati di
seguito.
Foto di nanorobot tratte dalla rivista scientifica «Advanced Materials». |
Domanda: dove sono finiti i nanorobot nel
corpo umano identici a quelli presentati in una rivista scientifica? E
la cosa peggiore è che le persone che vengono sottoposte ad esperimenti
con iniezione di nanobot nel corpo umano, stanno diventando sempre di
più in tutto il mondo. Scienziati e medici che stanno cercando di fare
ricerca nel campo dei Nano-Robot, muoiono in circostanze misteriose.
L’unica cosa che sono stati in grado di imparare alcuni medici
attraverso le analisi di questi nanorobot trovati nei corpi degli
uomini, è che essi sono composti principalmente di silicio e che questi
sono capaci di attrarre una miriade di altri agenti patogeni.
Morgellons è una misteriosa malattia che si presenta, generalmente, con
disturbi di tipo cutaneo: prurito, sensazione di punture di spillo,
fitte improvvise e dolenti, piaghe, eruzioni cutanee permanenti e
soprattutto strane fibre filamentose sulla superficie della pelle che,
in taluni casi, fuoriescono spontaneamente. Molti dei pazienti affetti
dal morbo provano una strana sensazione di bruciore diffusa su tutto il
corpo, altri parlano di “insetti” che corrono appena sotto la superficie
della pelle. Altri, ancora, lamentano dolori muscolo-scheletrici ed una
sensazione di affaticamento generale.
Dunque,
una sintomatologia complessa e ambigua, tanto da far pensare ad una
malattia immaginaria, conseguenza di gravi disturbi di natura
psicologica. Infatti, la sindrome sembra avere effetti notevoli
sull’emotività e sulla cognizione dei pazienti. Tuttavia, questi effetti
potrebbero essere considerati contemporaneamente causa e conseguenza di
Morgellons. La prova concreta che smantella l’ipotesi psicologica viene
dalla presenza reale e non fittizia di strane fibre filamentose che
fuoriescono dalla cute, molto simili alle fibre di polietilene e granuli
neri. Il tutto è reso ancor più strano dal colore delle fibre: Blu.
La
sindrome di Morgellons è un mistero, un’incognita che la Scienza non
riesce tuttora a spiegare: è un morbo particolare, raro, estremamente
ambiguo ed incomprensibile.
Bollato
per anni dalla comunità scientifica come una patologia psichiatrica, il
Morbo di Morgellons è ora oggetto di studio da parte dei Centers for
Disease Control and Prevention (Cdc), l’organo statunitense di ricerca e
prevenzione della malattie.
Lo studio,
condotto in collaborazione con la divisione di ricerca del consorzio
medico “Kaiser Permanente” della California del nord, va a colmare anni
di fenomeni di autoaggregazione spontanea di persone colpite dagli
stessi sintomi. La maggior parte dei pazienti, liquidati come matti e
accusati di procurarsi da soli le lesioni, si è riunita dal 2002 in una
fondazione, la Morgellons Research Foundation, creata da Mary Leitao,
che ha anche coniato il nome del morbo su una patologia simile descritta
nel 1600.
Il sito
della fondazione www.morgellons.org, aperto a tutti coloro che vivono
un’ esperienza di Morgellons, conta più di 11.000 iscritti, la maggior
parte abitanti in California, Texas e Florida: tutti riportano strani
fenomeni della pelle come forte prurito, granuli catramosi e filamenti
bluastri, rossi e traslucidi che emergerebbero dalle lesioni. La
statunitense Mary Leitao è stata la prima a trattare il caso. La donna
infatti, nel 2001 osservò strani comportamenti nel figlio di 2 anni che
cominciò a mostrare piccole piaghe sotto un labbro e avvertendo la
presenza di inquietanti insetti che glieli avrebbero causate. La Leitao,
ex tecnico di laboratorio, esaminò le piaghe al microscopio,
dichiarando la presenza di fibre di vario colore.
È stata
proprio lei a codificarne la sintomatologia e a battezzare il morbo con
il nome di uno studio risalente al diciassettesimo secolo, in cui si
faceva riferimento a un bambino francese affetto dagli stessi disturbi.
Nel sito la signora Leitao descriveva minuziosamente gli inquietanti
sintomi della misteriosa malattia e alla fine la comunità medica la
accusò di aver costruito una messa in scena. Ma alla intraprendente
signora giunsero ben settemila mail di persone che accusavano gli stessi
sintomi, dichiarandosi anch’essi malati di Morgellons.
Come
riporta il resoconto di agenziastampaitalia.it, una tra le poche persone
che hanno esaminato scientificamente il morbo di Moregellons è Randy
Wymore, un neuro scienziato del Center for Health Science
dell’Università di Oklahoma (sul sito dell’Università è possibile
leggere la “sintomatologia ufficiale”). Wymore ha ricevuto da diverse
persone dei campioni di fibra fuori uscite dalla loro pelle.
Anche se i
campioni presentavano una certa somiglianza tra loro, secondo il parere
del neuro scienziato queste non erano paragonabili a nessun’altra fibra
sintetica o naturale conosciuta. Wymore, inoltre, chiese alla squadra
di polizia forense “Tulsa” di esaminarle. La squadra ha identificato le
strutture chimiche delle fibre e le ha confrontate con la loro banca
dati costituita da ben 800 campioni. Le fibre in questione non
coincidevano con nessuna di quelle del database, pertanto si è ricorsi
alla cromatografia gassosa per compararle con 90.000 composti organici.
Anche in questo caso, le fibre non hanno dato riscontri tali da poter
coincidere con i composti.
La squadra
di polizia è giunta pertanto alla conclusione che le fibre sono
“ignote”, fatte di elementi sconosciuti e non certo provenienti da
vestiti a stretto contatto con le croste di ferite. Le fibre, infatti,
bruciate a 700 gradi, si sono annerite ma non distrutte.
Wymore
chiese anche al capo reparto di pediatria dell’ospedale universitario di
Oklahoma, Rhonda Casey, di osservare alcuni pazienti. Eseguendo la
biopsia delle superfici della pelle lesionate nonché di quelle sane,
usando un dermatoscopio, la dottoressa Casey è stata in grado di
osservare le fibre sotto la pelle dei malati e di ritrovarle unite sia
ai tessuti sani sia a quelli danneggiati, identificando, tra l’altro, la
varietà di colori di tali filamenti.
Oltre a
ciò, la stessa dottoressa ha riferito il caso di una giovane ragazza con
una lesione sulla gamba dalla quale spuntavano fibre nere, confermando
l’impossibilità, da una parte della giovane, di essersi cagionata ella
stessa una ferita simile. Questi sono alcuni dei casi riscontrati (il
maggior numero dei malati è negli Stati Uniti) ma, anche nella nostra
nazione, ci sono stati diversi casi che gli esperti riconducono alla
Sindrome di Morgellons.
Scie chimiche sotto accusa
E’
possibile individuare un collegamento tra le controverse scie chimiche e
ciò che esse contengono e il morbo di Morgellons? Nuovi studi e analisi
di laboratorio hanno consentito di accertare che il morbo è collegato
alla presenza nell’organismo di frammenti costituiti da silicone e da
fibre di polietilene dei malati. Il polietilene è usato normalmente
nell’industria delle fibre ottiche.
A queste
conclusioni è giunta la dottoressa Hildegarde Staninger, tossicologa,
nell’ottobre del 2006. La ricercatrice precisa che tali materiali sono
usati dall’industria delle nano biotecnologie per incapsulare i virus.
Questo potrebbe essere l’anello di congiunzione che fa pensare che ciò
che cade in cielo e ciò che troviamo in alcuni pazienti trova una
corrispondenza chiara ed inequivocabile.
[Uno studio assurdo per giustificare le Scie Chimiche]
I
ricercatori hanno raccolto prove che le scie chimiche contengono non
solo germi, ma anche metalli, cellule di sangue, sedativi, sostanze
cristalline, sali di bario, e un tipo di fibra di polietilene e silicio
(quella di cui parla la Dottoresa Staninger) che si fonde solo oltre i
mille gradi F° e altre sostanze tossiche per l’organismo.
Per non
parlare di elementi chimici radioattivi e tossici per la salute di tutto
il pianeta. Il Morgellons è forse un effetto collaterale di una
sperimentazione di massa? Vogliono stordirci? Alterare la nostra
fisiologia rendendoci automi che vengono comandati a distanza? Se è
così, allora è proprio vero (per quanto non sia una consolazione) che,
il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
Allo
stesso modo coloro che, vogliono comandare e soggiogare la popolazione
umana non hanno pensato al fatto che il nostro corpo espelle prima o poi
tutto ciò che non è organico? O forse (e sarebbe più grave) sanno che
noi umani siamo bravi a guardare il dito e non la Luna? In questo caso
basterebbe,in realtà, guardare il cielo.
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