Quella
che si vede non è la coda per uno spettacolo, un avvenimento
sportivo o un concerto: è la coda per la distribuzione di alimenti
davanti a una Caritas. E non è un foto scattata in qualche paese in
guerra o in qualche campo profughi, ma a Madrid, capitale
della “Spagna”, parola con cui molti politici si riempono la bocca
dimenticandosi però degli spagnoli, o perlomeno della maggior parte di
essi.
Leggo
centinaia di tweets e post su Facebook su che cosa dovremmo fare,
però siamo incapaci di metterci d’accordo e non abbiamo intenzione
di fare troppi sacrifici, ci limitiamo semplicemente a parlare.
Faccio un esempio personale:
Nonostante
il calcio sia il mio sport preferito, da anni non vedo una
partita, allo stadio o in televisione. Ho smesso di seguirlo perché
trovo completamente ingiusto che le società calcistiche debbano più di
800 milioni di contributi per la Sanità, e che i
giocatori, nonostante i lauti stipendi, paghino meno tasse di me.
So che non serve a nulla, ma cosa succederebbe se tutti smettessimo di
seguire il calcio?
Eppure, perfino questo sembra impossibile.
Semplici
azioni collettive, come spegnere la luce dieci minuti al
giorno, non usare il cellulare un giorno alla settimana e non
utilizzare la macchina durante i week-end per non consumare
combustibile, creerebbero più problemi che una manifestazione o uno
sciopero. Se solo ritirassimo tutti, ogni giorno, 20 Euro dagli
sportelli bancari provocheremmo un intasamento del sistema finanziario.
Ma non ne siamo capaci e chi è al potere se ne
approfitta.
Tutto
quello per cui abbiamo lottato durante anni se ne sta andando
velocemente in malora, con leggi degne dell’epoca medioevale e di
una qualunque passata dittatura. Se restiamo inerti continueremo a
essere ciò che siamo adesso, nient’altro che
marionette.
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